Tassa del 10% sulle connessioni in rame ADSL e FTTC: l’emendamento che potrebbe colpire i tuoi costi internet

L’emendamento 76.07 della Legge di Bilancio 2025, proposto dall’AIIP, introduce una tassa sul rame che preoccupa per l’impatto su consumatori e piccole imprese in un contesto economico già difficile.

L’attuale dibattito sulla Legge di Bilancio 2025 si fa sempre più acceso, e un tema caldo riguarda l’emendamento 76.07, presentato dall’Associazione Italiana Internet Provider . Con un comunicato ufficiale, l’AIIP ha sollevato dubbi e preoccupazioni riguardo a una nuova tassa che potrebbe avere effetti devastanti per consumo e imprese, in particolare nelle aree meno servite del Paese. Scopriamo insieme i dettagli di questa proposta e quali conseguenze potrebbe portare.

L’emendamento 76.07 è stato pensato per accelerare il passaggio alla fibra ottica FTTH, tuttavia introduce una tassa sul servizio in rame, ovvero FTTC e ADSL. A partire dal 1° gennaio 2025, i prezzi dei servizi di rame potrebbero aumentare di un 10%, e gran parte di questi fondi sarebbe indirizzata a finanziare il cosiddetto switch off. Questo è un argomento che ha scatenato le polemiche, poiché l’AIIP sostiene che tale iniziativa possa rivelarsi dannosa, soprattutto per i consumatori e le aziende italiane già in difficoltà. L’aspetto davvero criticabile sembra essere la considerazione dell’aumento dei costi per gli operatori che forniscono servizi su rete in rame, in particolare quelli non incumbenti che già affrontano sfide economiche.

Le preoccupazioni dell’AIIP sulla nuova tassa

L’AIIP ha espresso una netta opposizione a questa nuova imposta, definendola come un’ulteriore tassazione indiretta. Ciò potrebbe generare non solo un elevato costo per i clienti finali, ma anche un aggravio economico per le piccole e medie imprese, che già soffrono in un contesto di mercato difficile. La situazione è ulteriormente complicata dalle indicazioni di legge che non mostrano una considerazione approfondita delle variabili reali del mercato. La proposta sembra mal congegnata e senza una valida analisi di fattibilità, guardando semplicemente alla transizione tecnologica senza una visione più ampia. In un settore già sotto pressione, questa nuova misura potrebbe mettere a repentaglio la sostenibilità economica dei servizi e quindi l’affidabilità della rete.

La richiesta di un approccio più razionale

In risposta a quello che viene percepito come un approccio frettoloso e non ponderato, l’AIIP sta facendo un appello per il ritiro dell’emendamento 76.07. Chiedere un esame più attento delle normative e delle misure attuate è vitale, secondo l’associazione. In particolar modo, l’AIIP vorrebbe che il Parlamento si adoperasse per affrontare queste questioni attraverso iniziative separate. Si evidenzia che una transizione tecnologica sostenibile e ben pianificata è imprescindibile; l’idea è non introdurre misure affrettate che potrebbero portare a problemi più gravi nel lungo termine.

Il punto di vista del Presidente dell’AIIP

Giovanni Zorzoni, Presidente dell’AIIP, sottolinea la necessità di una strategia attenta e razionale nei progressi tecnologici. Secondo lui, interventi che non vengono pensati a lungo termine e che sembrano più dirigistici che proattivi potrebbero ridurre la fiducia degli operatori e ostacolare gli investimenti necessari per migliorare le infrastrutture. Ad esempio, i Voucher connettività sono stati indicati come una misura già effettiva e accessibile, capace di favorire la transizione dal rame alla fibra, offrendo così supporto anche agli operatori più piccoli. Le preoccupazioni espresse dall’AIIP mettono in luce la complessità del tema e la necessità di strategie più robuste e mirate.

L’emendamento 76.07 e le sue implicazioni rappresentano un’occasione per riflettere sulla direzione futura della connettività in Italia, in un contesto in cui il dibattito sulle tasse e la sostenibilità economica è di rilevanza cruciale. Le conseguenze di queste decisioni potrebbero ripercuotersi su tutti, dai grandi operatori ai singoli cittadini.