Partita dall’India la missione Proba-3 dell’ESA per studiare la corona solare

Il lancio della missione Proba-3 dall’India segna un passo avanti nell’esplorazione spaziale, testando nuove tecnologie per il monitoraggio della corona solare e promuovendo la cooperazione internazionale.

Alle 11:34 italiane, cioè le 16:04 ora locale, del 5 dicembre 2024, ha preso il via una missione spaziale davvero entusiasmante dall’India. Si tratta di Proba-3, realizzata grazie all’agenzia spaziale europea, l’ESA, che sta già attirando l’attenzione di esperti e appassionati del settore. Il lancio è avvenuto presso lo spazioporto SHAR, noto anche come Satish Dhawan Space Centre a Sriharikota. Questa volta il razzo in questione è il PSLV-C59, fornito dall’Agenzia Spaziale Indiana, ISRO, e New Space India Limited, NSIL. La partenza è avvenuta dopo un rinvio iniziale dovuto a un’intoppo, che aveva colpito il carico utile.

Proba-3 non è solo un progetto qualunque; è un vero e proprio banco di prova per nuove tecnologie spaziali. La missione prevede il lancio di due satelliti, uno appoggiato sull’altro, nel razzo. A volerla spiegare in modo semplice, i due satelliti, sistemati all’interno del fairing, sono stati proiettati in un’orbita altamente ellittica attorno alla Terra, a una distanza incredibile di 600 km x 60530 km. Ma non è tutto. Prima di poter operare, questi satelliti hanno dovuto eseguire delle manovre necessarie per separarsi, attivare il sistema e prepararne l’uso.

Il cuore della missione è rappresentato da un telescopio insieme a un occultatore. Questi due dispositivi, lavorando in tandem, formeranno un coronografo innovativo, progettato per il monitoraggio della corona solare, l’area più esterna e meno visibile del Sole. La missione, insomma, ha obiettivi ambiziosi e potrebbe veramente segnare un passo in avanti nelle future esplorazioni spaziali.

La rivoluzione del volo di formazione

Un aspetto particolarmente affascinante di Proba-3 è il suo approccio al volo di formazione. Questa tecnologia rappresenta una novità nel campo delle missioni scientifiche nello spazio. I satelliti Coronagraph Spacecraft e Occulter Spacecraft si muoveranno insieme, mantenendo una distanza costante di circa 150 metri. In questo modo si creeranno delle eclissi solari artificiali, un metodo molto originale per bloccare la luce del Sole e consentire osservazioni approfondite della tenue atmosfera solare, nota come corona.

Questa fase della missione è cruciale. La corona solare è il luogo dove avvengono fenomeni importanti, come le espulsioni di massa coronale. Tali eventi, a loro volta, possono influenzare il clima spaziale, con impatti che si riverberano sulle tecnologie del nostro pianeta, come i satelliti per il GPS e le reti elettriche. Quindi, il monitoraggio della corona solare non è soltanto un’attività scientifica, ma ha anche implicazioni pratiche per le nostre vite quotidiane.

Proba-3 e il futuro dell’esplorazione spaziale

Il contributo della missione Proba-3 va ben oltre l’osservazione della corona solare. Questa iniziativa servirà anche come test per tecnologie di volo di formazione che potrebbero essere utilizzate in future missioni spaziali. La coordinazione tra più veicoli spaziali con una precisione mai vista prima è, senza dubbio, una sfida tecnica educativa; nonostante le complessità, i vantaggi potenziali sono enormi. In caso di successo, la missione potrebbe aprire a una serie di nuove esplorazioni e inviti a collaborazioni internazionali mai viste, dove l’innovazione scientifica, l’avanzamento tecnologico e la cooperazione tra nazioni giocano un ruolo cruciale.

In questo contesto, si sta ponendo l’accento non solo sul valore delle scoperte scientifiche, ma anche sul modo in cui la tecnologia può man mano contribuire alla comprensione del nostro sistema solare e oltre. Insomma, le possibilità sembrano essere infinite e il cielo non è affatto il limite.